studio wild
The Forbidden Garden of Europe
august 27—November 21, 2021
Studio Wild’s The Forbidden Garden of Europe hosts a garden of ‘invasive alien plant species’. They have been listed for their ethnic and biological characteristics and pose a threat to European native species. The European legislative act of 2016 instated a list of 35 invasive plant species which are to be eradicated and banned from European soil. This garden was selected by Het Nieuwe Instituut and the Creative Industries Fund NL from their Open Call ‘Who is we?’ for the public parallel programme of the Dutch pavilion, during the 17th International Architecture Exhibition of La Biennale di Venezia in 2021.
Using plants as metaphor, The Forbidden Garden of Europe sheds new light on politically charged topics and tells the stories of these invasive alien plant species, which are provided by the Padua Botanical Garden. Based on their characteristics, these species pose a threat to native European plants and are illegal to be grown, traded, or transported throughout the EU. Studio Wild’s aim is to create a parallel between the fate of these species and the fate of many of our neighbours who struggle to find common ground in Europe just because they are different. The studio wants to question this European legislation, and by doing so, provoke the discussion on whether spatial, legal and social restrictions contribute to a more inclusive society.
As Voltaire has put it at the end of Candide: “Il faut cultiver notre jardin”. In order to change the world around us, we have to take responsibility for cultivating our garden. With this notion in mind, we can investigate new ways of living together.
Rather than banning plants from European soil, Studio Wild tries to cultivate coexistence in a post-Covid-19 society. This is the time to recalibrate ourselves and set course for future-oriented solutions. With The Forbidden Garden of Europe, the studio wants to expand the notion of Europe as an open and shared public space for everybody during times of inward looking and decision-making based on nationalistic values.
IT The Forbidden Garden of Europe di Studio Wild ospita un giardino di “specie vegetali aliene invasive” — selezionate per le loro caratteristiche biologiche — che rappresentano una minaccia per le specie autoctone europee. Nel 2016 la legislazione europea ha stilato una lista di 35 specie di piante invasive che devono essere estirpate e bandite dal suolo europeo. Questo giardino è stato selezionato da Het Nieuwe Instituut e dal Creative Industries Fund NL dalla loro Open Call "Who is we?" per il programma pubblico parallelo del padiglione olandese, durante la 17. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia nel 2021.
Usando le piante come metafora, The Forbidden Garden of Europe getta nuova luce su argomenti politicamente rilevanti e racconta le storie di queste specie vegetali alloctone invasive, fornite dall'Orto Botanico di Padova. In base alle loro caratteristiche, queste specie rappresentano una minaccia per le specie europee e sono illegali da coltivare, commerciare o trasportare in tutta l'UE. L'obiettivo di Studio Wild è quello di creare un parallelismo tra il destino di queste specie e quello di molti dei nostri vicini che faticano a trovare un terreno comune in Europa solo perché diversi. Lo studio vuole mettere in discussione questa legislazione europea e, così facendo, sollevare il dubbio sul fatto che le restrizioni geografiche, legali e sociali possano contribuire a una società più inclusiva. Come ha scritto Voltaire alla fine di Candide: “Il faut cultiver notre jardin”. Per cambiare il mondo intorno a noi, dobbiamo assumerci la responsabilità di coltivare il nostro giardino. Con questa consapevolezza, possiamo studiare nuovi modi di vivere insieme. Piuttosto che bandire le piante dal suolo europeo, Studio Wild cerca di coltivare la coesistenza in una società post-Covid-19. Questo è il momento di ricalibrare noi stessi e di impostare la rotta verso soluzioni orientate al futuro. Con The Forbidden Garden of Europe, lo studio vuole espandere il concetto di Europa a quello di uno spazio pubblico aperto e condiviso per tutti, in tempi in cui ci si guarda dentro e si prendono decisioni basate su valori nazionalistici.
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